Arricchimento senza causa sentenza Corte di Cassazione 3354 del 5 dicembre 2023

Limiti e condizioni di proponibilità dell’azione di arricchimento senza causa

Sentenza Sezioni Unite della Corte di Cassazione n. 3354 del 5/12/2023

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza n. 3354 del 5 dicembre 2023 hanno statuito che:

«Ai fini della verifica del rispetto della regola di sussidiarietà di cui all’art. 2042 c.c., la domanda di arricchimento è proponibile ove la diversa azione, fondata sul contratto, su legge ovvero su clausole generali, si riveli carente ab origine del titolo giustificativo. Viceversa, resta preclusa nel caso in cui il rigetto della domanda alternativa derivi da prescrizione o decadenza del diritto azionato, ovvero nel caso in cui discenda dalla carenza di prova circa l’esistenza del pregiudizio subito, ovvero in caso di nullità del titolo contrattuale, ove la nullità derivi dall’illiceità del contratto per contrasto con norme imperative o con l’ordine pubblico»

Commento legale dei nostri esperti

L’azione di arricchimento senza giusta causa (art 2041 c.c.) ha natura sussidiaria rispetto alle altre azioni, essa infatti «non è proponibile quando il danneggiato può esercitare altra azione» (art 2042 c.c.). Sulla natura della sussidiarietà si è a lungo discusso e la questione è strettamente connessa alla ratio dell’azione di arricchimento senza giusta causa.

Una prima ricostruzione ritiene che la regola della sussidiarietà sia giustificata dalla necessità di garantire certezza del diritto, la quale non sarebbe garantita nelle ipotesi in cui l’azione di ingiustificato arricchimento sia sempre esperibile. In tal senso si giustificherebbe un’applicazione della regola di cui all’art. 2042 c.c. in termini astratti, con la conseguenza per cui sarebbe sufficiente la mera prospettazione di un’azione alternativa per ottenere l’inammissibilità di quella ex art. 2041 c.c..

Una seconda prospettazione ritiene che la regola della sussidiarietà derivi dalla natura equitativa dell’azione di ingiustificato arricchimento. In tal guisa si giustificherebbe un’applicazione in concreto della regola della sussidiarietà, con la conseguenza che l’azione ex art. 2041 c.c. è esperibile in tutte le ipotesi in cui quella alternativa non sia esercitabile in concreto.

Posto che le due rationes supra ricostruite sono in contrasto tra di loro (esigenza equitativa e certezza del diritto), l’applicazione rigida della sussidiarietà in astratto e in concreto porta tuttavia a delle conseguenze che implicano di volta in volta il sacrificio di una delle rationes a discapito dell’altra. Le Sezioni Unite ricostruiscono in maniera puntuale il percorso giurisprudenziale, prendendo atto del contrasto e pervengono ad una soluzione di equilibrio.

 


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